"Ma dove ci sposiamo?"
"Beh, in Comune"
"Sì, ma adesso dove li celebrano i matrimoni?"
"Oh, no... hanno appena ristrutturato la sala a Palazzo Reale..."
Ristrutturato e non restaurato, e se uno guarda la foto capisce la scelta del termine. E' uno degli ultimi regali della Letty, questa la descrizione entusiastica riportata dall'ufficio stampa il 12 maggio 2011.
"Una volta blu cobalto, pareti a
specchio, lampadari sontuosi, moquette damascata e un imponente arazzo.
Si presenta così la nuova Sala Matrimoni del Comune all’interno di
Palazzo Reale. Viene così mantenuto l'impegno assunto dall’Assessorato
ai Servizi civici lo scorso autunno: dotare la città, entro la fine del
mandato, di una sede per la celebrazione delle nozze con rito civile. I
primi matrimoni verranno celebrati a luglio. Stile e colori sono il
frutto della collaborazione tra l’Assessorato, lo studio Solci e la
scenografa Leila Fteita, collaboratrice del Teatro alla Scala. Il
risultato è un luogo elegante e accogliente.
Il disegno delle specchiere riprende quello dell’epoca a cavallo tra
700 e 800; le cornici sono in foglia d’oro, realizzate con una tecnica
antica, mentre i 16 lampadari che illuminano l’ingresso e la sala della
cerimonia sono composti da gocce di cristallo, anch’essi su disegno
dell’epoca.
Il tavolo delle celebrazioni è un originale del ‘700. Il grande arazzo (4,25 metri di altezza x 6,85 di lunghezza) presente nella sala è di proprietà dell’Amministrazione e risale al secolo XVII. Restaurato nel 1999, era originariamente collocato all’interno di Palazzo Marino e ora sarà esposto al pubblico.
Le 60 sedie per gli invitati degli sposi sono rivestite di broccato. Nel foyer d’ingresso, arredato con divanetti, domina una gigantesca specchiera. “Storia, eleganza e prestigio in quella che era, fino a qualche mese fa, una scatola vuota", ha detto Tanja Solci, art director milanese, spiega la realizzazione della nuova Sala Matrimoni civili a lei affidata dal Comune, "un pezzo di storia della scenografia milanese a Palazzo Reale. Un progetto non solo bello e adatto alla circostanza, ma anche ricco di citazioni stilistiche e storiche". Un progetto costato solo 30.000 euro lordi per la consulenza dell'art director Solci (che comprende a onor del vero anche la sistemazione del visual alla sede dell'anagrafe all'Isola), non sappiamo per il resto delle spese.
E qui pareti a specchio rifatte, lampadari finto antichi, il tavolo portato via da Palazzo Dugnani dove si celebravano i matrimoni prima e che non sarà stato sontuoso ma almeno c'era atmosfera e un parco intorno.
Ma i progetti erano diversi e le coppie che avevano già prenotato per il palazzo nel parco si sono trovate in piazza del Duomo.
Ora sulla testa delle spose milanesi compare lo stendardo della mostra di turno che spenzola sull'ingresso di Palazzo Reale immortalato a imperitura memoria negli album di nozze di ogni coppia che è passata di lì.
"Che facciamo, ci sposiamo fuori città?"
"Abbiamo aspettato che se ne andassero i nazisti dell'Illinois e adesso ce ne andiamo noi?"
Il tavolo delle celebrazioni è un originale del ‘700. Il grande arazzo (4,25 metri di altezza x 6,85 di lunghezza) presente nella sala è di proprietà dell’Amministrazione e risale al secolo XVII. Restaurato nel 1999, era originariamente collocato all’interno di Palazzo Marino e ora sarà esposto al pubblico.
Le 60 sedie per gli invitati degli sposi sono rivestite di broccato. Nel foyer d’ingresso, arredato con divanetti, domina una gigantesca specchiera. “Storia, eleganza e prestigio in quella che era, fino a qualche mese fa, una scatola vuota", ha detto Tanja Solci, art director milanese, spiega la realizzazione della nuova Sala Matrimoni civili a lei affidata dal Comune, "un pezzo di storia della scenografia milanese a Palazzo Reale. Un progetto non solo bello e adatto alla circostanza, ma anche ricco di citazioni stilistiche e storiche". Un progetto costato solo 30.000 euro lordi per la consulenza dell'art director Solci (che comprende a onor del vero anche la sistemazione del visual alla sede dell'anagrafe all'Isola), non sappiamo per il resto delle spese.
E qui pareti a specchio rifatte, lampadari finto antichi, il tavolo portato via da Palazzo Dugnani dove si celebravano i matrimoni prima e che non sarà stato sontuoso ma almeno c'era atmosfera e un parco intorno.
Ma i progetti erano diversi e le coppie che avevano già prenotato per il palazzo nel parco si sono trovate in piazza del Duomo.
Ora sulla testa delle spose milanesi compare lo stendardo della mostra di turno che spenzola sull'ingresso di Palazzo Reale immortalato a imperitura memoria negli album di nozze di ogni coppia che è passata di lì.
"Che facciamo, ci sposiamo fuori città?"
"Abbiamo aspettato che se ne andassero i nazisti dell'Illinois e adesso ce ne andiamo noi?"
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