Dalla domanda di matrimonio al giorno della cerimonia sembrava ci fosse un tempo lunghissimo e invece...
venerdì 18 maggio 2012
Il bouquet
Ognuno ha un simbolo irrinunciabile per la sua idea di matrimonio. Io evito con piacere chiese, veli con lo strascico e bomboniere, sorvolo con leggerezza sulla formalità di partecipazioni, parenti schierati intorno a tavoli imbanditi e arrivo in auto d'epoca con cofano fiorito, ma senza confetti, torta e bouquet non mi sembra un matrimonio.
Affrontati, ma non ancora risolti, gli argomenti confetti e torta, inizio a esplorare il mondo floreale e scopro che:
1. come per frutta e verdura anche i fiori hanno una stagionalità, per fine giugno scordiamoci le peonie;
2. il bouquet può essere tondo, cascante o a braccialetto (modello americano adatto per le damigelle);
3. associare qualunque parola a matrimonio fa impennare il listino prezzi, potrei proporla come soluzione per ridurre lo spread: titoli di stato matrimoniale per esempio;
4. in comune sono disponibili piccoli depliant di fioristi convenzionati che per un prezzo calmierato ti offrono servizi basic per la cerimonia civile (2 composizioni per sala cerimonie, 1 per auto, 1 bouquet) a completi per il servizio in chiesa (da 4 a 6 composizioni più 1 per l'altare, 1 per l'auto, 1 bouquet poi a scelta cesto floreale, colonnine, bouquet per le panche...). Solo fiori di stagione, consegna compresa, da 327 a 1.480 euro;
5. esiste la professione flower o floral designer, specializzati in allestimenti e bouquet, e il corso più quotato per diventarlo si tiene al Boerma Instituute in Olanda;
6. c'è sempre il fai-da-te sicuramente più economico. Per acquistare fiori a prezzo da ingrosso si può andare all'ortomercato, è aperto al pubblico martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12;
7. ogni fiore ha un suo significato quando te lo regalano, e se lo metti nel bouquet? Per esempio l'anemone, rimpianto e senso di abbandono (il giorno del matrimonio?), bocca di leone, superbia (non è un bel modo per presentarsi!), calla bianca, umiltà (adesso non esageriamo non vorrai fare lo zerbino tutta la vita...), edera comune, lealtà (e potrebbe avere un senso la sua frequente comparsa nei bouquet), velo da sposa, amore eterno (e anche questa ci sta), girasole, ricchezze illusorie (hai mentito sulla dote eh?), gladiolo, mi trapassi il cuore (c'è un medico in sala?!?), ortensia, separazione (...). A proposito le peonie nella foto significano collera...
Per studiare abbinamenti e fogge ho scoperto una collezione di bouquet interessanti su pinterest, un nuovo social network utilissimo per perdere altro tempo.
giovedì 17 maggio 2012
I confetti, non basta la parola...
E non fai in tempo a respirare di sollievo per una voce depennata dalla lista che una semplice parola di 8 lettere ti apre nuovi mondi da esplorare. E l'argomento confetti sembrava tra i più semplici da affrontare...
"Bhè, naturalmente con le mandorle"
"Ma no! Al cioccolato sono più buoni!"
"Scusa ma quelli con le mandorle sono un classico..."
"Non ti ricordi com'erano buoni quelli del commercio equo e solidale?"
"Aspetta, quelli tipici assaggiati non mi ricordo dove, a sì quelli di Sulmona!"
"Facciamoli misti"
"Ma che orrore! Hanno tutti dimensione e forme diverse, piuttosto un tipo per confezione"
"Già così finiscono subito quelli al cioccolato, sono i più buoni!"
"Ho capito, iniziamo con le degustazioni. C'è il confettificio in viale Jenner dove li ha comprati L., iniziamo da lì"
E così sono iniziate in parallelo la ricerca di informazioni e le degustazioni.
Che l'argomento non fosse così scontato l'ho scoperto scovando la classifica uscita sul numero di marzo del Gambero rosso e se da Manganini onesti confetti alla mandorla sono intorno ai 14 euro al chilo (niente di che quelli con il cioccolato, ma sono comunque scomparsi più rapidamente degli altri e i pacchi erano da mezzo chilo...) scopro che possiamo arrivare a 45 euro al chilo. Probabilmente non ho il palato così formato sul confetto per apprezzare la differenza, ma anche quelli acquistati da M. allo spaccio dolciario Balconi, a Nerviano, per la comunione della figlia a 5 euro al chilo non mi sembravano affatto terribili.
Ho cercato a Fa' la cosa giusta ma ho trovato solo delle preparazioni al cioccolato fantastiche, dragee e altro, prodotti dai detenuti nel carcere di Opera, putroppo niente confetti ma un sacco di altre buonezze, ecco il catalogo. C. mi ha ricordato di cercare alle botteghe di Altromercato, devo provare in via Canonica.
Indagando sulla produzione a Sulmona, ho scoperto che la lavorazione riccia è tipica, quella liscia offre decine di varianti e quella artistica scatenata (vedi le fedi intrecciate della foto...).
Insomma, ancora in alto mare. Suggerimenti?
mercoledì 16 maggio 2012
Quasi quasi ci avviciniamo al modello
Passando davanti alle vetrine di Zara ho notato un nuovo modello, abito dal colore chiaro, sobrio, senza maniche. Mai stata attenta alle vetrine come in questo periodo..., in genere guardo e pensando "ah, magari potrei provarlo" passo oltre.
E' un riflesso condizionato che risale al periodo precedente al just in time e Zara è più che un'evoluzione di questo modello.
Once upon a time il rifornimento del negozio era per tutta la stagione e l'invenduto, invece di giacere in magazzino, diventava merce da saldo.
Così con tutta calma, individuato il capo, provato e approvato, si aspettava la fine dei mesi invernali (o esitivi) e si acquistava a metà prezzo. Dimenticavo c'era ancora la buona abitudine di ordinare più di un campione per ogni taglia!
Ora ogni 15 giorni si cambia, e se non arriva nuova merce spostano quella che c'è in negozio così entri e ti prende l'ansia "ma come era qui! accidenti non lo troverò più!" e così con riflesso pavloviano appena vedo il vestito in vetrina, entro al volo per infilarmi in camerino agguantando la taglia più grande (spesso presente in un unico e raro esemplare, probabilmente per incremetare l'ansia. Immagino che anche la scelta musicale serva per rendere più veloci gli acquisti, oltre a essere dei pezzi orrendi ti mandano in agitazione).
Il condizionamento è riuscito, mi sono trasformata in un animale da shopping.
Con i miei abitini in mano mi metto pazientemente in fila per entrare nei camerini (altro segno del cambiamento in genere cerco di infilarmi gonne sui pantaloni e maglioni su maglioni, stratificazioni improbabili ma evito le odiate code) e provo nell'ordine giallino di pizzo, besciolino voile, rosino a trama grossa.
Sono tutti corti ma sono confortata dall'opinione di un esperto: niente abito lungo per le seconde nozze! Anche se veramente è il primo matrimonio...
Il pizzo del giallino è proprio scadentino e poi il girovita si è spostato, chissaperchè, verso lo stile impero. Del besciolino ignoro quale dovesse essere il taglio, se l'idea era del capo destrutturato ci sono riusciti, la struttura proprio non c'è. Ecco con il rosino va meglio, tessuto consistente, ben modellato, corto come al solito ma sì, c'è abbastanza orlo, solo che è pesante a fine giugno morirò di caldo...
E poi all'improvviso un'idea, entro da Blunauta e vedo, appena arrivati dei tubini di seta, cotone, leggeri, pesanti, bianchi, colorati, con giacca, giacchino, spolverino... WOW ci siamo!
venerdì 11 maggio 2012
E il cappello?
Il matrimonio civile ha una serie di vantaggi sulla cerimonia in chiesa:
1. in inverno le sale comunali sono riscaldate, le chiese no (ricordo una cerimonia in un'abbazia di grande fascino ma con un tale freddo che si è congelato il flash);
2. eviti la messa e il rischio che ti tocchi un sacerdote noiosissimo;
3. se ti sposi in chiesa devi frequentare un corso prematrimoniale e ancora adesso ricordo con orrore le lezioni di catechismo per la comunione;
4. la chiesa non si paga ma l'offerta è obbligatoria, non si capisce però quando dare il contante (ho visto girare una busta per tutta una cerimonia passando dalle sedia al poggiamano all'infilarla come una mazzetta nella manica del sacerdote). In comune paghi, direttamente allo sportello, solo se ti sposi il sabato o in sale particolari;
5. in chiesa si mette il velo, ma il bon ton autorizza il cappello in comune. E il cappello, naturalmente decorato con fiori freschi, è una grande tentazione!
Ecco alcune idee per cappelli fioriti sfoggiati a Orticola lo scorso anno e, più innovativi, con verdura come questo:
Sono indecisa tra peonie e peperoncini, qualche consiglio?
martedì 8 maggio 2012
ABC del Galateo matrimoniale
Documentiamoci, non vorrei fare figuracce! Ecco in ordine alfabetico i consigli di Lina Sotis tratti dal suo Bon Ton con le precisazioni di Barbara Ronchi della Rocca in Questioni di stile:
• abito: in chiesa bianco per lei, tight per lui (con obbligo del tight anche per invitati, niente paura non è il nostro caso). La Barbara specifica che se l'abito della sposa arriva alla caviglia e non ha lo strascico per lui l'abito sarà grigio scurissimo, è ammesso anche il completo meno formale blu o il gessato (petto solo, niente risvolto, cravatta grigio ferro). Per le invitate no all'abito bianco e ai fiori freschi sul cappello (solo la sposa può). Più free il matrimonio civile, respiro di sollievo: questa l'abbiamo svoltata, ci sposiamo in comune!;
• bomboniere: la Lina assicura che è un uso quasi dimenticato, visto che il libro è del 1984 potremmo chiudere lì l'argomento, ma la Barbara nel 1997 lo riapre anche se ricorda che non è una spesa obbligatoria tranne poi terminare il pezzo con un'esortazione alla sposa: almeno sacchettini con confetti ad amici, colleghi, vicini di casa... "insomma, sia generosa!";
• confetti: su un vassoio a disposizione degli ospiti durante il ricevimento, per fortuna la Lina esonera la sposa dalla distribuzione;
• lista nozze: usanza americana (da dire arricciando il naso), è da gestire con discrezione. Bhè non c'è, o meglio c'è un viaggio di nozze come si chiamerà? Lista viaggio?;
• partecipazioni, formula classica (anche Barbara ribadisce "guai a far qualcosa di diverso", vabbè non glielo diremo...) a sinistra i genitori della sposa "partecipano il matrimonio della figlia", a destra quelli dello sposo (i separati o i maggiori di 30 anni si partecipano da soli). In mezzo luogo, data e poi nella riga sotto nome della chiesa o del comune, orario e indirizzo. Sotto a sinistra l'indirizzo della sposa, a destra dello sposo, in mezzo (più in basso) dove andranno ad abitare gli sposi.
Nelle partecipazioni è inserito l'invito al ricevimento.
Indirizzi sulle buste rigorosamente a mano (ecco un ottimo motivo per ridurre il numero degli invitati...);
• spese: sono suddivise tra le famiglie per tipologia. Genitori sposa: partecipazioni, corredo e abito della sposa, ricevimento, cerimonia, bomboniere, automobile, autista. Genitori sposo: fedi, bouquet, viaggio di nozze, arredamento della casa;
• tavola: sposa a destra dello sposo, alternando maschi e femmine, vicino a lei il suocero e poi la nonna o un testimone. A sinistra dello sposo la suocera, testimone, ecc. La Barbara raccomanda di alternare parenti e amici dello sposo e della sposa ai tavoli così si conoscono (e così parlano del tempo... rischio evitato abbiamo il buffet!).
Ed ecco che arriva lo zuccherino, seconde nozze e post convivenze more uxorio richiedono sobrietà, festeggiamenti discreti e poco coreografici: niente partecipazioni, pranzo di nozze, confetti.
Bene, le regole sono importanti, fissano i paletti della convivenza civile. Non me ne vorranno la Barbara e la Lina se però tratterò questo elenco come semplici consigli, come rinunciare ai confetti?
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lunedì 7 maggio 2012
Scelte sostenibili
Trovare un vestito da cerimonia, anche classico, senza spendere le cifre di Abito da sposa cercasi, la trasmissione che dagli USA è sbarcata tradotta su Real Time, è possibile.
Una scelta sostenibile, non solo per il portafoglio, era esposta a Fa' la cosa giusta, questo vestito usato (o vintage se vogliamo essere trendy) è stato rimodernato e venduto a 80 euro.
Ottimo indirizzo anche questo consigliato da L. dove i capi firmati, compresi gli abiti da sposa, sono venduti a peso.
Questo nella foto costa 100 euro invece dei 400 euro stampigliati in etichetta. SOS Peso è a Milano in corso Vittorio Emanuele 30, galleria San Carlo. Poco dopo, sempre nella stessa galleria che sbuca in corso Europa, c'è Diffusione Tessile, più caro ma con prezzi sempre più bassi dei punti vendita tradizonali.
In altre città italiane la catena che vende moda a peso ha l'insegna Kilofascion.
Sempre in tema di vintage, anche se non proprio economico, da Cavalli e Nastri in via Brera, anni '50 con cintura di tessuto aggiunta a 250 euro.
sabato 5 maggio 2012
Wedding Reception
Non so quanto si spenda per affittare una villa (di sontuose location online è zeppo ma i preventivi sono a richiesta) e neppure per un raffinato menù che prevede aperitivo in piedi, primi e secondi serviti da premurosi camerieri ai tavoli, pausa sigaretta e torta nuziale.
Ho scartato per insofferenza ogni soluzione che preveda l'obbligo per l'invitato di consumare un pranzo a fianco di amici o parenti sconosciuti con i quali, esaurito l'argomento tempo e arrivando al fatidico "non ci sono più le mezze stagioni" non si sa più di cosa conversare e segue un pesante silenzio.
Tanto più che secondo Barbara Ronchi Della Rocca è proibito parlare di:
- soldi;
- temi esistenziali, nell'ordine: noi stessi, l'amore, la morte, l'amicizia tra uomo e donna, l'immortalità dell'anima, la reincarnazione;
- i sogni;
- i segni zodiacali;
- il sesso;
inoltre, è preferibile evitare:
- la politica se non con molta cautela, occorre essere accondiscendenti e non perdere la calma (come peraltro tutti i talk show insegnano...);
ah e nella pagina successiva sempre del suo libro Questioni di stile no anche a:
- argomenti raccappriccianti e disgustosi (niente Bones quindi);
- descrizioni di incidenti o operazioni (neanche CSI perciò);
- dissertazione su topi e scarafaggi (come sopra);
- gastronomia raccontando con toni entusiastici di vivande degustate ad altri deschi.
Oltre ad aver scoperto di essere stata una pessima padrona di casa avendo affrontato quasi tutti questi argomenti (non necessariamente insieme) nel corso delle innumerevoli cene a casa nostra, mi sfugge quali altri temi rimangano da affrontare, così per evitare qualsiasi possibile tedio ecco la soluzione ideale: buffet in cui ognuno si serve con i tempi che desidera e si siede dove vuole.
Seconda soluzione, cena tibetana a domicilio: i monaci buddisti cucinano a casa tua un menù tipico, vegetariano o con carne, chiudendo con il rito della dispersione del Mandala. Sono organizzati per preparare cibo fino a 60 persone, ma in casa nostra non saprei proprio dove far sedere così tanti invitati!
Terza soluzione, catering equo e solidale: buffet preparato con cibi del commercio equo e solidale e portato a casa tua o in una location a scelta. A casa nostra, vedi sopra, altrove è una bella idea, ma dove? P. suggeriva l'Umanitaria, i chiostri in effetti sono suggestivi, avrò il tempo di telefonare?
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