Dalla domanda di matrimonio al giorno della cerimonia sembrava ci fosse un tempo lunghissimo e invece...
giovedì 21 giugno 2012
Abbi fede
Arriva il momento dell'anello al dito e non in senso metaforico.
Non volevo emulare un paio di amici che si sono scambiati gli anelli delle tende e neppure contribuire all'inquinamento della madre terra con i residui di cianuro e mercurio utilizzati per estrarre il nobile metallo.
A Fa' la cosa giusta! ecco la proposta politicamente corretta: l'oro etico! L'estrazione senza sostanze chimiche o esplosivi, nel rispetto dell'ambiente e dei lavoratori. Sono le fedi della gioielleria Belloni (e chiunque ascolti Radio Popolare sa di cosa parlo, uno sfracello di spot da anni e anni...) immortalate nella fotografia. Numerosi i modelli, con prezzi che variano da 370 a 700 euro e la scelta tra oro rosso, giallo e bianco.
Ho scoperto che il modello base è la francesina, è la fede più sottile, tonda fuori e piatta all'interno quella che il gioielliere più sensibile propone "per chi non è abituato all'anello" ma che tradotto significa "meno di così non si spende".
Ma le varianti non riguardano solo spessore, bombatura o finitura lucida oppure opaca, la fantasia regna sovrana nel creare nuove soluzioni.
UrOburo propone modelli componibili per lui e per lei (come le due fedi asimmetriche che unite formano un cuore), i prezzi partono da 250 euro e arrivano a 1250 per i più preziosi. Gli orafi della cooperativa tengono corsi per chi vuole imparare il mestiere con un progetto particolare dedicato alle persone sofferenti che superano il disagio psichico attraverso il lavoro creativo.
Qui di etico hanno i diamanti ma, come da Belloni, è anche possibile ridare una nuova vita all'oro di famiglia. Le fedi dei nonni possono essere fuse e rimodellate in base al disegno scelto, progettato dagli artisti di UrOburo o da sé, il costo della manifattura è di 125 euro. C'è anche il progetto Fa la tua fede con l'assistenza tecnica agli sposi per realizzano personalmente gli anelli.
Simbolo del laboratorio orafo è il serpente che si morde la coda, significa rigenerazione. Ci sono anelli, orecchini, bracciali che lo riprendono e interpretano. Non male, no?
Rimane inestricabile il dilemma di come conciliare una fede d'oro con tutto il resto dell'argenteria (anelli, bracciali, orecchini e orologio compreso). Scrutando le mani appese ai sostegni dell'autobus scopro diverse scuole di pensiero: chi divide per metalli "tutto l'oro a sinistra e l'argento a destra" (non so bene però come si colloca l'orologio), chi mescola con allegria compreso perle, acciaio e anello della nonna, chi armonizza con cura utilizzando le fedi triple (oro bianco, rosso e giallo o, nella versione più easy, argento, rame, oro) come raccordo e chi va sull'argento senza farsi problemi e lascia l'oro di famiglia nel cassetto (o lo porta in uno dei numerosi compro oro comparsi come funghi in tempi di crisi e che pagano la metà del valore il tesoro di casa).
Il suggerimento della gentile ragazza da Uroburo è di scegliere il metallo che più si adatta alle proprie scelte di abbigliamento e abbinamenti. L'argento sembra anche pesare meno sul pianeta, forse è la scelta più felice, fino a quando non ho trovato in rete cosa succede nelle miniere in Bolivia. Gasp!
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