sabato 23 giugno 2012

La torta


Il sondaggio ha decretato la vittoria della torta classica a piani separati anche se alcuni votanti hanno precisato che per tradizionale intendevano in realtà l'americana. Quindi la new entry d'importazione è già diventata storia comune, potenza della comunicazione.

Al di là della forma occorre però pensare al contenuto e relativa farcitura.

Per la torta americana, a piani sovrapposti, l'interno è costituito da un pan di Spagna più sostenuto del tradizionale, non potrebbe reggere altrimenti il peso dei piani. Ma ho scoperto che c'è il trucco, anzi i trucchi. La versione da cake design ha all'interno di ogni piano di pan di Spagna dei cilindri di plastica che servono a sorreggere lo strato superiore. Sulla struttura è poi stesa la pasta di zucchero, un composto plasticoso venduto in barattoloni che è tirato con un mattarello per ricoprire le torte, una sorta di didò (o pongo o das se vogliamo proprio scoprirci sull'età...) per creare fiori, foglie, pupazzi. La dotazione del decoratore perfetto è completata da pennelli e colori per realizzare le composizioni più ir/realistiche.

Nell'interpretazione italiana del Boss delle torte style, il pan di Spagna, o base margherita, è di altezza normale (4 o 5 cm), è disposto su un supporto con piani separati ma, attenzione alla creatività italica, la ricopertura esterna copre sia il pan di Spagna e sia la parte vuota fino a raggiungere il piano inferiore. L'effetto è uguale alla torta a piani sovrapposti, ma è più facile da gestire (a parte il dover buttare via la ricopertura dell'intercapedine vuota, un vero spreco).

Un'alternativa prevede la sovrapposizione di torte di misure diverse ma ognuna con la base di cartone appoggiata  al piano inferiore. Solo la parte senza sovrapposizioni è ricoperta, e a chi capita la parte centrale nuda e triste?

La farcitura apre altri orizzonti, la chantilly alle fragoline di bosco va per la maggiore, in alternativa frutti di bosco. Poi un classico è la crema al burro o crema pasticcera, sempre che non si voglia andare sul cioccolato...

Il dibattito è durato a lungo, le posizioni spesso divergenti, con incursioni a sorpresa come "e se facessimo una grande cassata?" (e spero non fosse un riferimento freudiano). Sulla scelta del pasticcere però i consensi sono unanimi, la famiglia marcia unita verso un'unica direzione: Rivolta d'Adda. E sì perchè la mitica Caglio che ha nutrito la nostra infanzia quando il laboratorio artigianale era in via Bernardino de Conti e ha sfamato le creature quando si sono trasferiti in via Monticelli, ora è qui. E in pellegrinaggio siamo andati per perpretare quel rito che negli ultimi anni era purtroppo mancato: che festa è senza la torta della Caglio?

E così, dolcissimi come solo i pasticceri sanno essere, ci hanno preparato due torte da assaggio con farciture diverse e decorazioni in pasta di mandorle... è stato un week end da follia... ma assaggerete che bontà!

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