Nell'attesa delle foto ecco alcuni esempi da NON seguire!
Matrimoni e foto
volendo aggiungere altri esempi che nel precedente link mancano...
Foto tradizionali di un matrimonio russo
e invece una nuova linea da una giovane fotografa
Valentina Wedding Photography
UnLungoMatrimonio
Dalla domanda di matrimonio al giorno della cerimonia sembrava ci fosse un tempo lunghissimo e invece...
venerdì 31 gennaio 2014
domenica 1 luglio 2012
venerdì 29 giugno 2012
giovedì 28 giugno 2012
Un matrimonio dalla tripla A
La tripla A ha sempre rimandi positivi, super affidabile in campo economico (il disastro è quando te le tolgono o, per la legge del contrappasso, ne perdono una le agenzie di rating), è garanzia di risparmio energetico (un elettrodomestico con più A consuma di meno), mette in evidenza qualsiasi annuncio (AAA cercasi sarà sempre il primo).
Ecco questo matrimonio parte con una tripla A
A. la creatrice del logo e della linea grafica
A. la flower designer e non solo
A. la fotografa eclettica
Un grazie a tutte e tre per il grande aiuto!!!
Baciamoci
Anni fa, visitando una grotta nel Cilento, la guida, indicando una linea scura lungo le pareti, spiegò "qui era pieno di guano di pipistrello, una risorsa economica per la zona, lo acquistava un'azienda cosmetica per produrre rossetti". Ecco deve essere stato da quel momento che i vari lipstick hanno iniziato a stagionare negli armadietti del bagno.
Fino all'incontro con il signor Montalto a Fa la cosa giusta! (ormai è chiaro, tappa essenziale per la creazione e realizzazione di qualsiasi evento e progetto di vita). Per spiegare come è nato l'ultimo prodotto per baciare bio, racconta che una donna nel corso della sua vita mangia un chilo di rossetto (non abbiamo dati sulla quantità ingerita da fidanzati, consorti, amanti occasionali). E allora via siliconi e nickel, dentro burro di karitè e zucchero di liquirizia.
Preso dal suo progetto, mi illustra i prodotti a base di materie prime naturali, rigorosamente bio. Una linea curata fino al dettaglio della confezione, nate in materiale ecocompatibile.
E così con una cipria a base di polvere di tapioca e bambù e altri attrezzi arrivo da A. la paziente estetista, per la prova trucco. Dopo aver visto sparire le occhiaie sotto rapidi colpi di correttore, comparire una precoce abbronzatura semplicemente spennellando e colorare occhi e labbra con i prodotti del signor Montalto, sono tornata a casa per una valutazione complessiva.
Ma nonostante gli apprezzamenti raccolti rimane il dubbio e se al fatidico "Può baciare la sposa" il neoconsorte si rifiutasse? Al futuro marito i cosmetici (anche bio) fanno orrore.
Inconvenienti
Cosa può succedere a meno di tre giorni da un matrimonio dopo aver ostentato la sicurezza di chi ha la situazione sotto controllo?
1. mercoledì sera: Black out elettrico mentre stai aggiornando il blog, devi cercare il bed&breakfast e prenotare l'auto a noleggio per il viaggio di nozze, ti rallegri perchè il portatile ha qualche ora di autonomia, ma poi ti ricordi che il modem è collegato alla corrente...;
2. per ottimizzare il tempo pensi di organizzare la play list, ma per ascoltare i CD serve comunque l'elettricità...;
3. la luce continua a mancare e decidi di confezionare gli ultimi i confetti a lume di candela, se il numero è pari invece che dispari sapete perchè;
4. adda passà 'a nuttata, giovedì alle 9 arriva salvifica la signora A. che stirerà gli abiti per la cerimonia. Alle 9.05 la stirella spunta mezzo litro di fango mancando di un soffio l'abito della testimone pronto a essere inondato di vapore;
5. alle 10, dopo aver sfiorato una crisi prematrimoniale perchè l'ultima a usare la stirella sei stata tu che con il ferro da stiro hai stabilito un rapporto di reciproca indifferenza e ti ostini a ritenere che la relazione con la tecnologia sia fondata sull'intuito, il ferro magicamente riprende a sbuffare in modo regolare;
6. alle 13 scopri che alla vigilia della cerimonia, programmata come giorno di ferie, ti hanno piazzato una riunione inevitabile;
7. ore 13.20 il bancomat si rifiuta di consegnare il tuo denaro, dei cortesi impiegati gesticolando e facendo versi come degli orang-utan indicano l'apparecchio interno che funziona, arrivi alla porta e scopri che è bloccata e lo sportello chiude alle 13.25. Gli orang-utan sono sicuramente più cortesi di quei colletti bianchi che quando guardi nuovamente dalla vetrina fingono di non vederti;
8. alle 13.45 cerchi di pagare la stola dalla nuance perfetta per la testimone e verifichi che il POS non è disponibile, neppure dopo averlo implorato per la terza volta;
9. sopralluogo a Palazzo Reale: lo scalone d'onore, di fronte alla Sala Matrimoni, dove pensavi di scattare le foto di gruppo è impachettato nel celophanne, e non è stato Christo.
Ore 20, all'ennesima check list scopri che, nonostante tutto, non sei messa così male...
martedì 26 giugno 2012
I fiori e l'evento
Arriva sempre il punto critico. Secondo la teoria dei bioritmi, il punto critico è quando la curva energetica si avvicina allo zero (bioritmo fisico, emozionale o mentale a scelta), nell'organizzazione di un evento, sia una cena, una festa di compleanno o casualmente un matrimonio, è quanto ti accorgi che non riesci a incastrare quello che resta da fare in una normale giornata di 24 ore neppure spingendo con tutte le tue forze.
Ma ci sono sempre le congiunzioni astrali favorevoli e che la mia astrologa preferita, Horus colatus, l'avesse prevista o no (la caratteristica delle previsioni è quella di essere dimenticate subito dopo aver girato la pagina della rivista e quindi come ricordare se la sorpresa positiva era in programma proprio per quella settimana?) ecco la mia buona stella.
A. amica e consulente preziosa, idee fantastiche e non solo per il bouquet, ma per la struttura, l'allestimento, l'abbigliamento, con la capacità di farti raccontare quello che vuoi e rassicurarti che andrà benissimo proponendo con discrezione quel piccolo suggerimento proprio indispensabile.
E così giovedì non andrò ad acquistare i fiori all'ortomercato, non passerò la nottata cercando di comporre un mazzo che sembri un bouquet e neppure mi alzerò all'alba per disporrere i fiori sui tavoli prima di correre a Palazzo Reale. A tutto questo penserà A. Grazie!
Check list
L'amica B. non è a Milano e chiede via SMS a che punto siamo con i preparativi. Organizziamo un caffé della domenica virtuale, questo immortalato è il secondo giro perché quando il gioco si fa duro la caffeina comincia a circolare.
Dopo la prima lista e un incontro intermedio (che non vedeva grandi progressi) possiamo ripercorrere oggi l'elenco e spuntare le voci con una gratificante ✔.
✔Inviti, spediti via mail (un grazie dagli alberi risparmiati e un grazie ad A. artista, grafica e dottoressa in Beni culturali);
✔Viaggio di nozze, abbiamo scelto la meta (Sicilia), acquistato i biglietti aerei, deciso spannometricamente l'itinerario, mancano i dettagli (per esempio dove dormire il primo giorno quando arriviamo a Palermo...);
✔Fedi, scelte, provate, modificate, incise e... acquistate!;
✔Bomboniere, non ci sono!!!;
✔Fotografie, abbiamo una fotografa ufficiale: A!;
✔Torta, assaggiata e approvata;
✔Trucco, scoprire che se hai un'aria stravolta e grandi occhiaie scure non vuol dire che devi dormire di più ma semplicemente comprare un correttore;
✔Parrucchiere, appuntamento già fissato per il giorno prima. Niente sveglia all'alba, niente meches, niente perle e fiori tra i capelli;
✔Manicure e pedicure, da provare: mi irriterà come nell'unica esperienza precedente?;
✔Vestito, acquistato;
✔Scarpe, drammaticamente beige;
✔Fiori, grazie A!;
✔Pranzo, è un incrocio tra un brunch, un aperitivo rinforzato e una merenda;
✔Invitati, lo sanno tutti!
Questo era il primo elenco, inevitabilmente si sono aggiunte (utilizzando un'espressione trendy "a nostra insaputa") altre voci:
• biancheria intima: "mi raccomando quando la prova porti il vestito!";
• confetti: una volta scelti devono essere confezionati (nottetempo?);
• musica: tre pezzi per la cerimonia, a Palazzo Reale hanno una dotazione adeguata e sono gentilissimi per organizzare la playlist;
• calze: è vero che fa caldo ma il bon ton non transige, velatissime, nudo, senza punta o solo con le dita ma non si rinuncia;
• documenti di identità (non servono solo per la cerimonia, per esempio per andare in viaggio fuori dalla Ue serve il passaporto...);
• collana, orecchini e altro: per esempio se la collana di perle della mamma che finalmente decidi di indossare e proprio il giorno del matrimonio, si rompe durante la prova?
sabato 23 giugno 2012
La torta
Al di là della forma occorre però pensare al contenuto e relativa farcitura.
Per la torta americana, a piani sovrapposti, l'interno è costituito da un pan di Spagna più sostenuto del tradizionale, non potrebbe reggere altrimenti il peso dei piani. Ma ho scoperto che c'è il trucco, anzi i trucchi. La versione da cake design ha all'interno di ogni piano di pan di Spagna dei cilindri di plastica che servono a sorreggere lo strato superiore. Sulla struttura è poi stesa la pasta di zucchero, un composto plasticoso venduto in barattoloni che è tirato con un mattarello per ricoprire le torte, una sorta di didò (o pongo o das se vogliamo proprio scoprirci sull'età...) per creare fiori, foglie, pupazzi. La dotazione del decoratore perfetto è completata da pennelli e colori per realizzare le composizioni più ir/realistiche.
Nell'interpretazione italiana del Boss delle torte style, il pan di Spagna, o base margherita, è di altezza normale (4 o 5 cm), è disposto su un supporto con piani separati ma, attenzione alla creatività italica, la ricopertura esterna copre sia il pan di Spagna e sia la parte vuota fino a raggiungere il piano inferiore. L'effetto è uguale alla torta a piani sovrapposti, ma è più facile da gestire (a parte il dover buttare via la ricopertura dell'intercapedine vuota, un vero spreco).
Un'alternativa prevede la sovrapposizione di torte di misure diverse ma ognuna con la base di cartone appoggiata al piano inferiore. Solo la parte senza sovrapposizioni è ricoperta, e a chi capita la parte centrale nuda e triste?
La farcitura apre altri orizzonti, la chantilly alle fragoline di bosco va per la maggiore, in alternativa frutti di bosco. Poi un classico è la crema al burro o crema pasticcera, sempre che non si voglia andare sul cioccolato...
Il dibattito è durato a lungo, le posizioni spesso divergenti, con incursioni a sorpresa come "e se facessimo una grande cassata?" (e spero non fosse un riferimento freudiano). Sulla scelta del pasticcere però i consensi sono unanimi, la famiglia marcia unita verso un'unica direzione: Rivolta d'Adda. E sì perchè la mitica Caglio che ha nutrito la nostra infanzia quando il laboratorio artigianale era in via Bernardino de Conti e ha sfamato le creature quando si sono trasferiti in via Monticelli, ora è qui. E in pellegrinaggio siamo andati per perpretare quel rito che negli ultimi anni era purtroppo mancato: che festa è senza la torta della Caglio?
E così, dolcissimi come solo i pasticceri sanno essere, ci hanno preparato due torte da assaggio con farciture diverse e decorazioni in pasta di mandorle... è stato un week end da follia... ma assaggerete che bontà!
Trucco e parucco
Sembra inevitabile, il giorno del matrimonio la futura sposa si presenta con le meches o i colpi di sole, l'abbronzatura fittizia (e chi ha il tempo di andare al mare con tutti i preparativi in corso?) e delle lunghe ciglia che sottolinenano un imperdibile sguardo miope (non so perchè ma le spose miopi non vanno, via gli occhiali e se nelle foto hai gli occhi strizzati mentre tenti di individuare qual è il fotografo, pazienza!).
Un piccolo flash sul dopo matrimonio, se nessuno ti ha avvertito che la figlia della vicina di casa si è sposata ecco degli indizi inequivocabili per scoprirlo ed evitare gaffes:
1. la musica a palla quando la mamma è a fare la spesa è improvvisamente sparita lasciando un magico silenzio;
2. la domenica sulle scale si spande un profumo di pollo arrosto o ragù, secondo stagione;
3. la incroci sulle scale la domenica, quando va a pranzo dalla mamma, e ha le meches;
4. invece dei soliti jeans indossa una gonna di gabardine blu;
5. gli stivali che trascinava sul pianerottolo sono stati sostituiti da calze color carne e scarpe anonime;
6. ad agosto, senza più soldi per le ferie, si aggira pallida e sudata insieme a un ragazzo con un'improbabile cravatta grigio metallizzata sopravvissuta al taglio del fatidico dì.
Sarà la catena di associazioni che parte da trucco e parucco a provocare un'istintiva allergia a queste, pare inevitabili, attività legate al matrimonio.
E così, per bypassare una mamma refrattaria, le testimoni hanno fissato un appuntamento dalla paziente A. per sperimentare tecniche e colori. La prima data è andata a buca per un'improvviso impegno, il secondo appuntamento è da fissare, la terza data è già in agenda: è il giorno della cerimonia...
PS per entrare in tema c'è il tutorial di Clio, la make-up artist che va per la maggiore (o dovrei dire al top?) su YouTube
giovedì 21 giugno 2012
Abbi fede
Arriva il momento dell'anello al dito e non in senso metaforico.
Non volevo emulare un paio di amici che si sono scambiati gli anelli delle tende e neppure contribuire all'inquinamento della madre terra con i residui di cianuro e mercurio utilizzati per estrarre il nobile metallo.
A Fa' la cosa giusta! ecco la proposta politicamente corretta: l'oro etico! L'estrazione senza sostanze chimiche o esplosivi, nel rispetto dell'ambiente e dei lavoratori. Sono le fedi della gioielleria Belloni (e chiunque ascolti Radio Popolare sa di cosa parlo, uno sfracello di spot da anni e anni...) immortalate nella fotografia. Numerosi i modelli, con prezzi che variano da 370 a 700 euro e la scelta tra oro rosso, giallo e bianco.
Ho scoperto che il modello base è la francesina, è la fede più sottile, tonda fuori e piatta all'interno quella che il gioielliere più sensibile propone "per chi non è abituato all'anello" ma che tradotto significa "meno di così non si spende".
Ma le varianti non riguardano solo spessore, bombatura o finitura lucida oppure opaca, la fantasia regna sovrana nel creare nuove soluzioni.
UrOburo propone modelli componibili per lui e per lei (come le due fedi asimmetriche che unite formano un cuore), i prezzi partono da 250 euro e arrivano a 1250 per i più preziosi. Gli orafi della cooperativa tengono corsi per chi vuole imparare il mestiere con un progetto particolare dedicato alle persone sofferenti che superano il disagio psichico attraverso il lavoro creativo.
Qui di etico hanno i diamanti ma, come da Belloni, è anche possibile ridare una nuova vita all'oro di famiglia. Le fedi dei nonni possono essere fuse e rimodellate in base al disegno scelto, progettato dagli artisti di UrOburo o da sé, il costo della manifattura è di 125 euro. C'è anche il progetto Fa la tua fede con l'assistenza tecnica agli sposi per realizzano personalmente gli anelli.
Simbolo del laboratorio orafo è il serpente che si morde la coda, significa rigenerazione. Ci sono anelli, orecchini, bracciali che lo riprendono e interpretano. Non male, no?
Rimane inestricabile il dilemma di come conciliare una fede d'oro con tutto il resto dell'argenteria (anelli, bracciali, orecchini e orologio compreso). Scrutando le mani appese ai sostegni dell'autobus scopro diverse scuole di pensiero: chi divide per metalli "tutto l'oro a sinistra e l'argento a destra" (non so bene però come si colloca l'orologio), chi mescola con allegria compreso perle, acciaio e anello della nonna, chi armonizza con cura utilizzando le fedi triple (oro bianco, rosso e giallo o, nella versione più easy, argento, rame, oro) come raccordo e chi va sull'argento senza farsi problemi e lascia l'oro di famiglia nel cassetto (o lo porta in uno dei numerosi compro oro comparsi come funghi in tempi di crisi e che pagano la metà del valore il tesoro di casa).
Il suggerimento della gentile ragazza da Uroburo è di scegliere il metallo che più si adatta alle proprie scelte di abbigliamento e abbinamenti. L'argento sembra anche pesare meno sul pianeta, forse è la scelta più felice, fino a quando non ho trovato in rete cosa succede nelle miniere in Bolivia. Gasp!
giovedì 14 giugno 2012
Consigli 2
M. è arrivata con un mazzo di fiori fantastici, L. un pacchetto delizioso arrivato dalla Francia senza soste, G. per fortuna non ha trovato nessun sexy toy, ci sono stati brindisi di auguri e di addio al nubilato, e poi... sono iniziati i consigli e le mie certezze si sbriciolate in un attimo.
"Come tutto tutto beige?"
"Ma non sei tu! Almeno dei sandali Birkenstock viola!
"Ma non vedo le scarpe nella foto"
"Per forza è tutto beige!"
"No, guarda le perle non vanno assolutamente"
"Cioè le perle sono molto eleganti ma vanno sdrammatizzate"
"Mi sembri la Letizia..."
"Il cappello? Sì come Elisabetta"
"Come le calze? Assolutamente senza"
"Mi hanno spruzzato una spray e mi sono abbronzata"
"Ah sì, c'è dentro la barbabietola?"
"Ecco, quello potresti metterlo sulle gambe"
"Scusa ma perchè non ha preso i sandali?"
"Guarda, non capisco!"
"Devi mettere qualcosa di blu"
"Di vecchio che cos'hai?"
"Veniamo noi! Più vecchie di così..."
"Mettiti la giarrettiera"
"Ci vuole anche qualcosa di prestato"
"Ti darei le mie scarpe ma hai dei piedi proprio lunghi..."
"Io ho una collana che va benissimo"
"Mi raccomando almeno il bouquet colorato!"
"Mi hanno fissato una seduta di trucco ma io non voglio"
"Ma tu stai bene così!"
"Mi metto le calze"
"Ma non puoi, gambe nude!"
"Oppure i calzini"
"Assolutamenta no ai calzini, piuttosto calze a rete!"
"Andiamo tutte, non ce lo possiamo perdere"
"Chi fa le foto?'"
Allora l'abito doveva essere folk, gonna lunga, colorato, di organza. Le scarpe aperte, sandali, di tessuto e corda, zoccoli, birkenstock di vernice e coloratissimi. La giacca sostituita con una stola. Il cappello riposto nell'armadio. Gli orecchini eliminati se la collana è importante.
Le mie preziose ex compagne di liceo saranno presenti il giorno fatidico e nulla di quello che ho scelto è stato approvato.
martedì 12 giugno 2012
Le scarpe
La scelta di una scarpa sbagliata può avere gravi conseguenze come questa immagine di apertura dimostra, ecco perchè dopo il vestito la ricerca del decollété è stata nel contempo quantitativa e qualitativa.
Una futura sposa milanese ha tre indirizzi che non può ignorare, la leggenda narra che recandosi in uno di questi punti vendita con un campione di tessuto dell'abito da sposa (tagliato da dove? dalla fodera? da un orlo in eccesso? da una spallina trasformando la parte superiore in un corpetto?) e scegliendo il modello sarà realizzata la scarpetta su misura nella nuance prescelta.
Ecco i luoghi imperdibili:
1. Garlando, in via Madonnina 1, ballerine, scarpe e sandali con tacco più o meno alto (quello più è molto stretto, quello meno a rocchetto), bianche, avorio, beige e poi di tutti i colori. Da non perdere le fine serie, da 19 a 69 euro, sono esposte nell'ultima vetrina in via Madonnina e all'interno nel corridoio di fronte all'ingresso. In magazzino ne hanno altre ma per vederle occorre che la commessa sia di luna buona.
2. Spelta, in via Pontaccio 2 (o in via Solferino 1 dove ci sono i modelli scontati). Ballerine in diversi modelli e di tutti i colori e poi decollété, sandali e altro. C'è un negozio anche in via Belfiore 7.
3. Panca's, in corso di Porta Ticinese 98, scarpe e sandali più spiritosi con tacchi a rocchetto, colori a scelta, modelli su misura in poche settimane. E' il più economico dei tre ma la decisione d'acquisto può subire le influenze nefaste dell'umore pessimo del proprietario.
Naturalmente una scarpa bianca da simil matrimonio costa almeno il doppio di un modello identico non classificato nella categoria nozze (senza contare la perfidia della commessa che quando provi un modello scontato e scopre che è per il matrimonio ti lancia un "Beh, certo che per un giorno così importante..." Appunto, pensi con due ore di ritardo, non sarà certo più importante perchè costa di più la scarpa!).
E così inizia un'analisi quantitativa che va dai negozi di Chinatown, ma sarà la colla che ha quella puzza comune a tutte le scarpe vendute non solo in Paolo Sarpi? alle vie del centro (Torino, Vittorio Emanuele, Solferino) fino a corso Vercelli. Per arrivare alla conclusione che esiste una società del semilavorato, marchi diversi che sono semplici timbri (possibilmente in oro) stampigliati su tomaie identiche, realizzate con uguale pelle di uguale colore, montate su tacchi identici, la qualità è medio bassa ma il prezzo medio alto (forse per compensare il maggior numero di passaggi). Insomma scarpe uguali ovunque anche se vendute da negozi o catene diverse e sempre con la medesima caratteristica: scomodissime!
Alla fine, inaspettato, un colpo di fortuna. Da Mortarotti, in corso Magenta angolo via Terraggio, saldi del 70% e un paio di scarpe che non sono un classico decollété, non hanno il tacco quadrato, sono disastrosamente a punta ma mi ricordano un paio di incredibili ballerine di vernice verde bottiglia (con tanto di pon pon) che avevo da piccola, le provo con il vestito e decido: sono loro!
Ah, il frame della foto è tratto dal film "Serial mom" con Kathleen Turner. Nella traduzione italiana "La signora ammazza tutti", una gentile mamma di una perfetta famiglia americana che non tollera la cafonaggine, come indossare scarpe bianche dopo il Labour day che si festeggia negli States il primo lunedì di settembre. Ecco il trailer:
mercoledì 6 giugno 2012
Il viaggio
Abbiamo pensato alla Nuova Zelanda (28 ore di viaggio e le stagioni al contrario, ach lì è inverno!), siamo passati al Canada (è veramente grande, ci sono un sacco di parchi dove si può fare campeggio! Campeggio?), tornati all'evergreen Grecia (non ho mai visto le Cicladi. Ma con la crisi i prezzi saranno più alti o più bassi?), passati per la Provenza (quand'è che fiorisce la lavanda? L'isola di Porquerolles è lì vicino?), pensato al Portogallo (che ne dici della valle del Taro dove allevano la vite e producono il porto? Ma lì deve essere bello a settembre), a Cuba (sì ma non puoi starci solo due settimane) e tornati alla prima idea: Norvegia.
Fiordi, Capo Nord, Oslo. Aereo più postale e forse un trenino che C. mi ha consigliato e che da Oslo porta a Bergen dove parte il traghetto, lo stesso che consegnava la posta e costeggia ancora oggi tutta la Norvegia.
Sconosciuti ai più fino a pochi anni fa, nave e paese hanno avuto un grande successo grazie ai massicci investimenti pubblicitari dello stato norvegese. Presenti alla Bit, la fiera del turismo, alle manifestazioni gastronomiche con gli immancabili assaggi di merluzzo, manifesti appesi sui muri e in metropolitana, pubblicità nei servizi e redazionali ad hoc sulle principali riviste, nel giro di pochi anni i fiordi e la fredda Norvegia sono diventati una meta primaverile ed estiva ambita anche dalla popolazione mediterranea.
Fino alla decisione di dare l'esclusiva a un tour operator per organizzare il viaggio sul postale, prenotazione consigliata perchè anche i norvegesi amano spostarsi per i fiordi d'estate. E così il passaggio paese-paese è diventato un itinerario completo da sud a nord o viceversa o andata e ritorno. E il giro in traghetto ha cominciato ad assumere l'aspetto di una crociera con l'opzione viaggio di gruppo con guida italiana ed escursioni da prenotare a parte. E i costi sono quadruplicati nel giro di due anni.
E inoltre, come per i posti a tavola (vedi post Wedding reception) sono allergica alla convivenza forzata, con tempi dettati da qualcun altro e code obbligatorie per scendere dalla nave.
Quale sarà la meta? Come afferma L., che vuole partecipare al regalo, "devo prima sapere il luogo prescelto". E allora eccolo: Sicilia!
Aspettiamo suggerimenti e spunti per visite e itinerari!
domenica 3 giugno 2012
Il vestito per lui
Grazie A.! Un fantastico suggerimento per l'abbigliamento del futuro sposo, in effetti mi sono sempre preoccupata del mio vestito o quello delle testimoni ma mancavano modelli per lui.
Chi non ha mai sognato un principe azzurro in velluto blu? Qui è il momento della dichiarazione a Biancaneve immortalata da A. durante la rappresentazione della Compagnia Colla.
Aggiungo, per chi cercasse qualcosa di più convenzionale, che sta chiudendo il negozio Carlo Bardelli in Via Paolo Sarpi 60 a Milano con sconti fino al 70%.
Matrimonio, perché?
Ma stai scherzando? Questa è stata la domanda ricorrente quando ho dato l'annuncio del mio imminente matrimonio. Qualcuno, più sfacciato, ha aggiunto: perchè?
Dopo anni e anni di a/more uxorio c'è una risposta razionale? Forse sì, ma non è soprattutto una faccenda di cuore?
Per chi vuole una risposta ragionata possiamo iniziare con i dati di fatto e scoprire che aumentano le non famiglie. Secondo i dati istat, riferiti al 2009, ma pubblicati a settembre 2011, vivono nel peccato 12 milioni di persone tra conviventi, single o figli con un solo genitore: il 20% della popolazione. Ma questo non basta perchè la legge si pieghi al reale e continuano a esserci differenze tra chi è sposato e chi convive.
E se l'amore e l'analisi statistica non sono sufficienti ecco, in ordine sparso, alcune motivazioni che possono portare alla decisione fatidica, ognuno può copiare quella che preferisce per convincere se stesso o il suo lui (o lei):
• il registro delle coppie di fatto è un'utopia anche quando è stata una promessa elettorale;
• ho trovato della biancheria ricamata a mano a un prezzo speciale, l'iniziale del nome è la mia ma quella del cognome la tua!;
• ho sempre desiderato una batteria di pentole e quella, se non ti sposi, non te la regalano (convinta che a me non sarebbe mai accaduto ho comprato le pentole e il primo servizio di piatti a 20 anni, l'ultimo pochi mesi questa volta Tonale di Alessi);
• voglio mettermi un abito con lo strascico senza rischiare di essere portata via con la camicia di forza;
• mi piace l'idea di riunire tutti i parenti per una volta nella vita;
• se mi separo almeno ho gli alimenti (vale anche per i maschi, nel 9% delle famiglie è la donna a guadagnare di più);
• o mi sposi o mi metti in regola (da dire quando si lavora in nero per il proprio convivente);
• la mamma ci tiene tanto;
• assolutamente in chiesa perchè i tuoi genitori sono tanto credenti;
• facciamolo per i bambini così non hanno problemi all'asilo;
• i figli sono diventati maggiorenni e possono fare da testimoni;
• sono a dieta e non ho altre scuse per mangiare i confetti;
• leggi anche tu quello che è capitato a Rossana Podestà e Walter Bonatti, alpinista e suo compagno da una vita.
Se ne scovate altre aggiungetele!
sabato 2 giugno 2012
Burocrazia 2
Al secondo tentativo ci eravamo quasi riusciti. Ancora via Larga nel palazzo dell'anagrafe, ancora al primo piano, ancora con il nostro numerino ordinatamente in coda per prenotare il giorno del matrimonio.
Alla stanza 164 una cortese impiegata chiede generalità, documenti di identità e una marca da bollo da 14,62 euro (ahimé non prevista, per fortuna al piano terra c'è un bancomat...) e ci saluta congratulandosi con noi, siamo ufficialmente nubendi. Ma per fissare il giorno del matrimonio dobbiamo aspettare le pubblicazioni che saranno appese alla bacheca virtuale del'albo pretorio sul sito del comune (non so se le espongono ancora nelle bacheche reali poste nei corridoi al piano terra) per una settimana.
E così, dopo sette giorni, eccoci di nuovo, per la terza volta, nel palazzo dell'Anagrafe. I numerosi posti a sedere nell'atrio ampio e rotondeggiante al primo piano sono quasi tutti occupati, la gentile impiegata non aveva consigliato solo a noi di presentarci di lunedì per avere la certezza di celebrare le nozze il sabato!
Non c'è nessun numero da prendere. Inutile guardare il display sopra la macchinetta arancione che con fatica e del tutto inutilmente aggiorna progressivamente i numeri senza che nessuno si alzi per raggiungere le stanze nel corridoio di fronte, quelle dove entri nubile ed esci nubendo. La porta della stanza che catalizza gli sguardi dei presenti da direttamente sull'atrio, l'ingresso non è regolato da nessun codice numerico, e nessuno sa a chi toccherà.
Una grossa commessa barricata dietro la scrivania fa finta di non essere lì e non è di nessun aiuto. Sulla parete a destra su un grande e moderno tabellone luccicano degli altri numeri che cambiano rapidamente ma si riferiscono all'accesso alla stanza dei servizi funerari nell'altro corridoio. Cerco per logica l'indicazione della stanza per la registrazione delle nascite nel corridoio a sinistra, sarebbe la metafora perfetta come al Villaggio Crespi dove la via principale dopo aver costeggiato la chiesa e la fabbrica arriva al cimitero, ma non trovo segnalazioni.
Così, con questo inquitetante scatto dei numeri di sottofondo, guardo in giro cercando di capire chi è l'ultimo. Una veloce panoramica e inquadro le coppie già sedute o che arrivano in rapida successione, variegate per colore, età e sesso (cioè sempre un maschio e una femmina, già non sono riconosciute le coppie di fatto, figurati quelle omosessuali). Ci sono due giovani sudamericani, un nordafricano con signora dell'est, due cinesi giovani giovani che vista la ressa se ne vanno quasi subito, un'intera famiglia araba con bimbi, carrozzine e passeggini, un paio di stranieri che chiedono informazioni su separazioni e ricongiungimenti familiare e poi gli italiani con un'eta media intorno ai quaranta compresa la sottoscitta. Ci sono una coppia di quarantenni emozionati, una più che trentenne nervosetta, l'unica giovane fanciulla accompagnata dalla mamma (per prenotare non è obbligatoria la presenza di entrambi i futuri coniugi).
Dopo aver chiesto "Chi è l'ultimo?" mi metto in paziente attesa, ma come spesso capita una semplice domanda buttata in una coda disorganizzata da' fuoco alle polveri:
"Siamo noi" rispondono gli italiani sui quaranta che emozionati si tengono per mano
"Dopo quei signori ci sono io" aggiunge la più che trentenne agitando il piede e indicando una coppia seduta in fondo "devo tornare in ufficio, sono qui dalle 8.30, è il terzo matrimonio ma io sono agitata lo stesso, e chissà quando si esce da qui"
"Beh, ma mi sembra facciano in fretta, no?"
"Certo, ma poi non è finita. Bisogna pagare"
"E dove si paga?"
"All'ufficio cassa e se c'è coda anche lì, chissà che ora si fa. E poi bisogna tornare qui"
"Come tornare?"
"Ma tutti devono pagare?"
"Si può pagare con il bancomat?"
"Ma io sapevo che era gratuito per chi abita a Milano"
"Dobbiamo avvertire che ne avremo almeno fino a mezzogiorno"
Chi ha l'ardire di chiedere informazioni alla commessa ottiene solo degli "ehm, ehm" di risposta.
Nel frattempo entrano ed escono alcune coppie, qualcuno di dirige verso un corridoio dove scopro esserci la cassa. L'agitazione e l'impazienza comincia a dilagare, alla ricerca di notizie qualcuno cerca inutilmente di affacciarsi alla porta agognata dopo aver bussato.
Dopo mezzora il brusio è diventato un rimpallarsi di domande a voce sempre più alta e la porta finalmente si spalanca. L'impiegato appena uscito urla:
"Chi è la scema che continua a dire che c'è coda? La smettiamo o no?" e scompare di nuovo sbattendo la porta.
Cala il silenzio, ma giusto per un attimo e ricomincia un brusio questa volta indignato e tutto nazionale.
"Sono io la scema?" chiede la nubenda al terzo matrimonio
"E ma che maniere..."
"Sì, ma non ha detto cosa fare"
La commessa alla scrivania continua i suoi esercizi di smaterializzazione e si nasconde dietro le pagine di Metro.
Finalmente tocca alla "scema" e un vago timore serpeggia tra chi è ancora in attesa quando si chiude la porta alle sue spalle, ci aspettiamo una lavata di capo da far vibrare i vetri della porta ma non si sente nulla.
Intanto, i primi che sono andati a pagare sono già tornati e aspettano di consegnare la ricevuta senza dover rifare la coda. I primi dubbi sull'attendibilità delle informazioni allarmistiche cominciano a diffondersi e la commessa, cogliendo l'attimo con una precisione che solo una pratica consolidata di osservazione del pubblico garantisce, emerge dalle pagine di Metro ed esce dal silenzio mormorando "E beh, ma a continuare a brontolare... un po' se l'è cercata...".
I sorrisi si smorzano, gli sguardi diventano imbarazzati e il pavimento sembra diventare improvvisamente più interessante della porta a vetri. Dopo aver letto il quotidiano, aggiornato l'agenda ed estratto un libro dalla borsa, arriva il mio turno.
Entro pronta ad affrontare il cerbero che però sorride e dice: "Adesso stia zitta e mi ascolti, le domande le fa dopo". Emerge un dubbio, che sia un training pre-matrimoniale? Alcuni comuni per prevenire le numerose separazioni organizzano corsi di introduzione alla vita di coppia, vuoi vedere che qui utilizzano l'approccio cognitivo-comportamentale per indirizzare gli sposi sulla retta via?
Ubbidiente prendo appunti e segno le domande, pazientemente poi lui le ascolta e risponde punto a punto anche alla più spinosa:
"E' vero che può celebrare il matrimonio un'amica?"
"Sì, ma l'officiante deve essere maggiorenne e non può essere un parente. Deve presentarsi qui con un documento d'identità"
"E i testimoni?"
"Maggiorenni e anche parenti"
"Per il giorno e l'ora?"
"Durante la settimana c'è posto, il sabato è rimasto qualcosa. La cerimonia dura 15 minuti, gli sposi devono arrivare 15 minuti prima per firmare e dichiarare se voglio la comunione o la separazione dei beni".
Per confermare il posto di sabato devo pagare alla famosa cassa dove effettivamente non c'è coda ma un bradipo che colleziona bicchierini colorati e li utilizza come segnali per le pile di fogli distribuite sulle scrivanie.
Torno dal cerbero paziente che annota a mano su un grande registro data e orario e mi fornisce di istruzioni prestampate e numero di telefono per le informazioni inrimando: "Per qualsiasi dubbio chiami solo qui!".
Esco, ed emetto un sospiro di sollievo: wow, ce l'abbiamo fatta! Mi sento quasi come Asterix e Obelix:
venerdì 18 maggio 2012
Il bouquet
Ognuno ha un simbolo irrinunciabile per la sua idea di matrimonio. Io evito con piacere chiese, veli con lo strascico e bomboniere, sorvolo con leggerezza sulla formalità di partecipazioni, parenti schierati intorno a tavoli imbanditi e arrivo in auto d'epoca con cofano fiorito, ma senza confetti, torta e bouquet non mi sembra un matrimonio.
Affrontati, ma non ancora risolti, gli argomenti confetti e torta, inizio a esplorare il mondo floreale e scopro che:
1. come per frutta e verdura anche i fiori hanno una stagionalità, per fine giugno scordiamoci le peonie;
2. il bouquet può essere tondo, cascante o a braccialetto (modello americano adatto per le damigelle);
3. associare qualunque parola a matrimonio fa impennare il listino prezzi, potrei proporla come soluzione per ridurre lo spread: titoli di stato matrimoniale per esempio;
4. in comune sono disponibili piccoli depliant di fioristi convenzionati che per un prezzo calmierato ti offrono servizi basic per la cerimonia civile (2 composizioni per sala cerimonie, 1 per auto, 1 bouquet) a completi per il servizio in chiesa (da 4 a 6 composizioni più 1 per l'altare, 1 per l'auto, 1 bouquet poi a scelta cesto floreale, colonnine, bouquet per le panche...). Solo fiori di stagione, consegna compresa, da 327 a 1.480 euro;
5. esiste la professione flower o floral designer, specializzati in allestimenti e bouquet, e il corso più quotato per diventarlo si tiene al Boerma Instituute in Olanda;
6. c'è sempre il fai-da-te sicuramente più economico. Per acquistare fiori a prezzo da ingrosso si può andare all'ortomercato, è aperto al pubblico martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12;
7. ogni fiore ha un suo significato quando te lo regalano, e se lo metti nel bouquet? Per esempio l'anemone, rimpianto e senso di abbandono (il giorno del matrimonio?), bocca di leone, superbia (non è un bel modo per presentarsi!), calla bianca, umiltà (adesso non esageriamo non vorrai fare lo zerbino tutta la vita...), edera comune, lealtà (e potrebbe avere un senso la sua frequente comparsa nei bouquet), velo da sposa, amore eterno (e anche questa ci sta), girasole, ricchezze illusorie (hai mentito sulla dote eh?), gladiolo, mi trapassi il cuore (c'è un medico in sala?!?), ortensia, separazione (...). A proposito le peonie nella foto significano collera...
Per studiare abbinamenti e fogge ho scoperto una collezione di bouquet interessanti su pinterest, un nuovo social network utilissimo per perdere altro tempo.
giovedì 17 maggio 2012
I confetti, non basta la parola...
E non fai in tempo a respirare di sollievo per una voce depennata dalla lista che una semplice parola di 8 lettere ti apre nuovi mondi da esplorare. E l'argomento confetti sembrava tra i più semplici da affrontare...
"Bhè, naturalmente con le mandorle"
"Ma no! Al cioccolato sono più buoni!"
"Scusa ma quelli con le mandorle sono un classico..."
"Non ti ricordi com'erano buoni quelli del commercio equo e solidale?"
"Aspetta, quelli tipici assaggiati non mi ricordo dove, a sì quelli di Sulmona!"
"Facciamoli misti"
"Ma che orrore! Hanno tutti dimensione e forme diverse, piuttosto un tipo per confezione"
"Già così finiscono subito quelli al cioccolato, sono i più buoni!"
"Ho capito, iniziamo con le degustazioni. C'è il confettificio in viale Jenner dove li ha comprati L., iniziamo da lì"
E così sono iniziate in parallelo la ricerca di informazioni e le degustazioni.
Che l'argomento non fosse così scontato l'ho scoperto scovando la classifica uscita sul numero di marzo del Gambero rosso e se da Manganini onesti confetti alla mandorla sono intorno ai 14 euro al chilo (niente di che quelli con il cioccolato, ma sono comunque scomparsi più rapidamente degli altri e i pacchi erano da mezzo chilo...) scopro che possiamo arrivare a 45 euro al chilo. Probabilmente non ho il palato così formato sul confetto per apprezzare la differenza, ma anche quelli acquistati da M. allo spaccio dolciario Balconi, a Nerviano, per la comunione della figlia a 5 euro al chilo non mi sembravano affatto terribili.
Ho cercato a Fa' la cosa giusta ma ho trovato solo delle preparazioni al cioccolato fantastiche, dragee e altro, prodotti dai detenuti nel carcere di Opera, putroppo niente confetti ma un sacco di altre buonezze, ecco il catalogo. C. mi ha ricordato di cercare alle botteghe di Altromercato, devo provare in via Canonica.
Indagando sulla produzione a Sulmona, ho scoperto che la lavorazione riccia è tipica, quella liscia offre decine di varianti e quella artistica scatenata (vedi le fedi intrecciate della foto...).
Insomma, ancora in alto mare. Suggerimenti?
mercoledì 16 maggio 2012
Quasi quasi ci avviciniamo al modello
Passando davanti alle vetrine di Zara ho notato un nuovo modello, abito dal colore chiaro, sobrio, senza maniche. Mai stata attenta alle vetrine come in questo periodo..., in genere guardo e pensando "ah, magari potrei provarlo" passo oltre.
E' un riflesso condizionato che risale al periodo precedente al just in time e Zara è più che un'evoluzione di questo modello.
Once upon a time il rifornimento del negozio era per tutta la stagione e l'invenduto, invece di giacere in magazzino, diventava merce da saldo.
Così con tutta calma, individuato il capo, provato e approvato, si aspettava la fine dei mesi invernali (o esitivi) e si acquistava a metà prezzo. Dimenticavo c'era ancora la buona abitudine di ordinare più di un campione per ogni taglia!
Ora ogni 15 giorni si cambia, e se non arriva nuova merce spostano quella che c'è in negozio così entri e ti prende l'ansia "ma come era qui! accidenti non lo troverò più!" e così con riflesso pavloviano appena vedo il vestito in vetrina, entro al volo per infilarmi in camerino agguantando la taglia più grande (spesso presente in un unico e raro esemplare, probabilmente per incremetare l'ansia. Immagino che anche la scelta musicale serva per rendere più veloci gli acquisti, oltre a essere dei pezzi orrendi ti mandano in agitazione).
Il condizionamento è riuscito, mi sono trasformata in un animale da shopping.
Con i miei abitini in mano mi metto pazientemente in fila per entrare nei camerini (altro segno del cambiamento in genere cerco di infilarmi gonne sui pantaloni e maglioni su maglioni, stratificazioni improbabili ma evito le odiate code) e provo nell'ordine giallino di pizzo, besciolino voile, rosino a trama grossa.
Sono tutti corti ma sono confortata dall'opinione di un esperto: niente abito lungo per le seconde nozze! Anche se veramente è il primo matrimonio...
Il pizzo del giallino è proprio scadentino e poi il girovita si è spostato, chissaperchè, verso lo stile impero. Del besciolino ignoro quale dovesse essere il taglio, se l'idea era del capo destrutturato ci sono riusciti, la struttura proprio non c'è. Ecco con il rosino va meglio, tessuto consistente, ben modellato, corto come al solito ma sì, c'è abbastanza orlo, solo che è pesante a fine giugno morirò di caldo...
E poi all'improvviso un'idea, entro da Blunauta e vedo, appena arrivati dei tubini di seta, cotone, leggeri, pesanti, bianchi, colorati, con giacca, giacchino, spolverino... WOW ci siamo!
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